SISTEMA PIRAMIDALE

di Lorenzo Parolin[L8/261]

 

La figura (A) parla già da sé: il Sistema può essere rappresentato con una piramide a quattro stadi . Il tronco di base è costituito dalle masse; il tronchetto delle élite è al secondo livello e nel mezzo c’è il tronco occupato dalla classe dirigente, il quale funge da cuscinetto tra i due tronchi appena citati.
Le élite foraggiano a dovere gli intermedi affinché sfruttino il popolo per conto loro e tollerano che i loro “fattori” si abbuffino di frodo, anzi, gradiscono che si lascino corrompere.
Gli intermedi , dal canto loro, non si accontentano di quanto prendono da sotto e da sopra, ma aspirano a salire di livello e a scalzare le élite.
Le masse lavorano, mantengono tutti quelli che stanno sopra di esse, e rimangono da essi governate.
Giova qui dire che le masse rappresentano lo stato gassoso della materia umana . Come le molecole di un gas, a causa dell’agitazione termica, si mantengono una distante dall’altra, così le persone surriscaldate sono incapaci di fare squadra. Eccitate dai mass-media a fare tutto ciò che ad esse piace, soddisfano le loro passioni, ma diventano incapaci di relazionarsi con i vicini e di pensare con la propria testa: divengono socialmente deboli e il loro comportamento diventa altamente prevedibile (vedi sondaggismo): sono perfettamente manovrabili.
Il tronco intermedio ha analogia con lo stato liquido : è fatto di personaggi poco volatili che spingono però sui vicini come l’acqua spinge sulle pareti dei recipienti. A questo gruppo appartengono i politici, i burocrati, gli amministratori, i piccoli industriali, i professionisti e i piccoli commercianti, cioè la classe dirigente. Qui gli uomini sono più organizzati , ma essendo raggruppati in partiti, fazioni, aziende concorrenti … essi combattono gli uni contro gli altri e sprecano energie come avviene nel tiro alla fune. Venti campioni che lottano contro altri diciannove fanno un lavoro utile pari ad uno, perché gli altri si neutralizzano a vicenda .
Il rituale democratico della competizione per selezionare i rappresentanti della maggioranza e delle minoranze dà luogo a lotte feroci tra gli aspiranti ai posti di governo e fa sorgere la necessità di reperire fondi in modo poco pulito per prevalere sui concorrenti.
La dispendiosa macchina democratica gratifica le masse riconoscendo loro il diritto di voto e sfianca le classi intermedie in lotte intestine per prevalere sui concorrenti. Così a nessuno rimane la voglia e il tempo per aspirare a detronizzare le oligarchie.
Accade però che a volte qualche intermedio muova insidie ai poteri forti e tenti di disarcionarli (leggi Berlusconi). In tal caso è facile per le élite dare in pasto al popolo i facinorosi, spesso corrotti o non perfettamente puliti. Gli altolocati, avendo nei loro libri paga molti organi di informazione, fanno montare adeguate campagne denigratorie contro gli arrampicatori, ed eccoli serviti. Il popolo e gli invidiosi avranno soddisfazione nell’abbatterli, e i promotori della pulizia si troveranno liberati dagli scalatori senza essersi sporcate le mani. Il popolo indignato crede di avere aperto gli occhi ed aver vinto una bella battaglia, invece ha fatto solo il gioco delle oligarchie, dell’acerrimo nemico.
Quanto alle oligarchie (élite), esse sono gruppi di piccole dimensioni i cui componenti sono inquadrati (incasellati) stabilmente nel “reticolo cristallino” come le molecole nello stato solido . Qui le lotte intestine non si risolvono con discussioni democratiche, ma per via gerarchica. E i gradi del potere non vengono conferiti per elezione dal basso, ma assegnati dall’alto. Inoltre non si può entrare liberamente nell’organizzazione iscrivendosi, ma solo dopo essere stati proposti da qualche futuro confratello e non prima che gli altri abbiano manifestato il loro gradimento.
Si viene allora invitati ad aderire al gruppo esclusivo accettando la rigida normativa che lo regola. In contropartita si otterranno vantaggi economici e gratificazioni sociali. Ma una volta entrati nel club si è tenuti al segreto e a fare propria la sua agenda, pena sanzioni gravissime. È così che pochi ben organizzati hanno la meglio sulle masse disorganizzate e sulle associazioni in perenne conflitto.
E nel triangolino al vertice della piramide, finora rimasto nell’ombra, chi ci sarà?
Te lo dico un’altra volta, intanto incomincia a pensarci. È meglio arrivarci da soli.

 

La figura (B) mostra la quantità di sudore mediamente profuso dagli individui che occupano i tre tronchi della piramide. La figura (C) mostra la ricompensa che viene riconosciuta per i loro sforzi. La figura (D) evidenzia la tassazione media a cui sono sottoposti. La figura (E) dice quant’è l’utile netto intascato e mette in luce il bilancio energetico: le élite lavorano pochissimo e vedono i loro sforzi remunerati con un moltiplicatore 60, gli intermedi lavorano poco e ricevono più del doppio del dovuto (2,3 volte), mentre le masse lavorano come schiave e ricevono circa ¼ (0,24 volte) del valore da esse prodotto. Il travaso di ricchezza dal basso verso l’alto è evidente. Chi in basso voglia avere una unità in più deve produrne almeno quattro, oppure deve fare la scalata alla zona intermedia o a quella oligarchica. Stia attento però a voler salire in alto: i pericoli si moltiplicano, e il male non scherza! Se ti concede materialmente di più è per annebbiarti spiritualmente e poi stenderti. La salvezza è più accessibile dal basso.

 

È dunque tutto così negativo questo mondo?
No, esiste anche la piramide nobile . Al suo vertice c’è Dio e la sua Legge, e a scendere troviamo una schiera di servitori che per amore del Supremo fanno del bene a chi sta gerarchicamente sotto di essi, e chi sta sotto obbedisce ai suoi superiori sempre per amore del padre comune.
Questa piramide esiste, è poco appariscente perché opera nel silenzio, ma è visibile con gli occhi dello spirito. Chi li aprisse ne rimarrebbe affascinato e troverebbe la forza per sopportare l’immane rapina perpetrata dalla piramide maligna.
Il risvegliato rimane con i piedi nella piramide oscura, ma il suo cuore respira aria luminosa.

 [rif. www.lorenzoparolin.it L8/261]